sabato 19 maggio 2012

Le Due Settimane delle Sorelle Bronte

Jacques Cartier



In Le donne e la scrittura Virginia Woolf dice di Charlotte Bronte:

   Non si prova a risolvere i problemi della vita umana; non è neppure cosciente che tali problemi esistano; tutta la sua forza, tanto più è formidabile perchè compressa, va nell'asserzione: "Io amo", "Io odio", "Io soffro".

Virginia Woolf dice inoltre che Charlotte Bronte viene letta non per la raffinata osservazione dei caratteri ( i suoi personaggi sono vigorosi e elementari); non per il gusto del comico (il suo è tetro e crudo); non per una visione filosofica della vita ( la sua visione è quella della figlia di un parroco di campagna); ma per la sua poesia.




Fantin Latour


Sia Emily che Charlotte invocano di continuo la natura, "...sicchè le loro tempeste, le loro brughiere...prolungano l'emozione e illuminano il significato del libro"

Cime tempestose è un libro più difficile da capire rispetto a Jane Eyre perchè in Emily la poesia è più complessa che in Charlotte, ma in entrambe il significato dei loro romanzi si trova fuori da ciò che accade poichè, entrambi, erano in primo luogo poetesse.



Louise Odier



La complessità dei loro libri deriva anche dal fatto che:
   
  " ...il significato è inseparabile dalla lingua, è in sè uno stato emotivo più che una particolare osservazione".

 Penso che Virginia Woolf, con la sua impareggiabile arguzia e sagacia, abbia colto con precisione l'aspetto che, durante la mia prima lettura delle opere delle Bronte, mi sfuggiva e non sapevo riconoscere: la struggente poesia della loro scrittura.


                                             Barbara



sabato 12 maggio 2012

The Bronte's weeks - Le Due Settimane delle Sorelle Bronte




Quando Irene e Alessia, le padrone di casa del salottino Cipria e Merletti hanno annunciato la loro interessante iniziativa de Le Due Settimane delle Sorelle Bronte, non ho potuto fare a meno di pensare ad una delle biografie più belle che abbia mai letto: La vita di Charlotte Bronte di Elizabeth Gaskell. Una scrittrice tra le più amate ancora oggi che narra, o meglio, documenta ( non c'è nulla infatti, a mio avviso, di romanzato in questa biografia) gli eventi più significativi della vita di un'altra delle scrittrici più amate della Letteratura Inglese, Charlotte Bronte: una donna che tratteggia con pochi, decisi, quasi impersonali tocchi una donna che non avrebbe potuto essere più diversa da lei. Moglie appagata e madre felice ( a cui non fu però risparmiata la perdita di un figlio) l'una, complessa, tormentata e tragica l'altra.









Il libro inizia con la descrizione della cittadina di Keighley con le sue ciminiere e il loro fumo, presso cui si trovano  Haworth e la Canonica di Haworth, la casa dei Bronte. Nonostante il tono didascalico e impersonale, è impossibile non avvertire un profondo senso di angoscia. Vengono descritti anche il piccolo cimitero e la chiesa del cimitero, piuttosto spoglia ed insignificante che però presenta una lapide con il tragico elenco delle perdite che l'ormai vecchio Reverendo Bronte dovette subire prima di raggiungere la moglie e i suoi sei figli. Lui, di famiglia modesta ma determinato ed ambizioso, nonché di indiscutibile bellezza, aveva sposato a trentacinque anni  Maria Branwell, originaria della selvaggia Cornovaglia, ventinovenne minuta e quieta, non bella ma molto elegante. Lei gli aveva dato, in rapida successione, Maria ed Elizabeth, poi Charlotte, Patrick Branwell, Emily e Anne, compromettendo per sempre la sua salute. Poichè il marito non provava molta simpatia per l'infanzia, si trovò sola nel gestire il lavoro che una così numerosa famiglia comportava. Morì a 39 anni, dopo soli dieci anni di matrimonio.









Che dire poi dei lutti successivi: le sorelle maggiori, Maria ed Elizabeth, morte rispettivamente a dodici e undici anni a causa delle terribili condizioni in cui avevano vissuto nell'educandato dove erano state mandate a completare la loro istruzione ( come non riconoscerle nel personaggio di Helen Burns in Jane Eyre! ); il fratello Patrick Branwell, per finanziare gli studi del quale Charlotte e Emily erano state costrette ad accettare un lavoro come istitutrici ( progetto abbandonato ben presto da Emily, per cui era impossibile vivere lontano dall'amata brughiera ) dotato, forse, di talento, ma privo di carattere al punto da lasciarsi coinvolgere in relazioni illecite e terminare la propria esistenza affogando la disperazione nei fumi dell'alcol e dell'oppio. Poi, dopo soli tre mesi, la stessa Emily e, l'anno successivo, anche Anne. Come credere che in quella manciata di anni, 1847, 1848 e 1849, e in questi drammatici frangenti,  siano stati scritti romanzi come Cime Tempestose, Agnes Grey e Jane Eyre?











I sei anni successivi furono impiegati dalla sorella sopravvissuta, Charlotte, nella cura dell'anziano padre, nel seguire le successive pubblicazioni dei romanzi propri e delle sorelle e in sporadici e selezionati contatti con altri scrittori dell'epoca, la stessa Gaskell, Thackeray, la Martineau. Il padre che era sempre stato ostile ad un eventuale matrimonio della figlia, accettò infine che ella sposasse Mr Nicholls, che aveva sostituito come curato l'ormai anziano Reverendo Bronte, e che aveva imparato ad amarla negli anni in cui aveva vissuto alla canonica. Elizabeth Gaskell diventa ora sempre più discreta e vaga:
                     "Da questo momento in poi le sacre porte del focolare
                      domestico si chiudono sulla sua vita matrimoniale"
Dopo soli nove mesi di matrimonio e dopo una subdola malattia che offusca la gioia e la speranza della gravidanza in atto, Charlotte muore interrompendo per sempre il suo faticoso cammino verso la serenità che lei aveva sempre agognato e che solo da poco aveva intrapreso. Una celebrità per il suo villaggio, al suo funerale è concessa la partecipazione solo di un membro per ogni famiglia, ma non si ha cuore di impedire di essere presenti a due fanciulle, una, sventurata sedotta e poi cacciata che Charlotte aveva protetto e sostenuto, e l'altra, sfortunata cieca che disperatamente implorava di essere guidata attraverso il bosco che la separava dalla canonica per essere presente alle esequie.
La Gaskell, consapevole della propria reticenza, conclude la narrazione delle vicende terrene della sua amica con queste parole:
"Ma io mi allontano dal pubblico critico e privo di simpatia, che giudica duramente perchè  ha visto  solo in  superficie  e non  ha  pensato  a fondo. Mi appello a quel  pubblico più numeroso e più solenne  che sa  come  guardare  alle  mancanze  e ai difetti altrui con tenera umiltà... A questo pubblico affido la memoria di Charlotte Bronte."



Barbara
                       

domenica 25 marzo 2012

Outdoor living




Con le belle giornate cresce la voglia di stare all'aria aperta
e, inevitabilmente, mi ritrovo a scalpitare,
in attesa che il giardino torni a rinascere e a dare nuovamente spettacolo di sé.








Così improvviso piccole quinte dove fare le prove generali in vista 
della rappresentazione vera e propria.








I due vasetti dall'aria molto shabby mi ispiravano una scenografia
vagamente topiaria.
Così ho preso in dono due rametti dall'ibisco ancora spoglio.
Le palle di muschio delle decorazioni natalizie
non potevano certo finire nello scatolone degli addobbi fino al prossimo Natale!








E, in attesa che le loro effimere ma regali sorelle entrino in scena,
attendo l'inizio dello spettacolo
in compagnia di roselline di terracotta chiamate ad anticiparne la magia.


Barbara

giovedì 9 febbraio 2012

Sharing...




Sharing...condividere.
Il mondo dei blog per me è questo: condivisione di passioni di una vita o appena nate,
piccoli momenti quotidiani, cose di cui ci piace circondarci.







Cerco ispirazione e spero di darne...perciò è sempre un piacere quando ciò succede,
quando scopro che un oggetto da me scelto emoziona anche altri,
nel gioco del ritrovarsi...








Perciò dedico questo fiore a Grazia ( I gioielli di Graziellina )
una dolcissima amica con cui ho condiviso una giornata speciale 
e che mi ha scelto tra i blog che legge con piacere,
e a tutte coloro che passano da qui:
spero di poter regalare un'emozione a ognuna di voi!
Barbara



domenica 5 febbraio 2012

Still...in the mood for red!




Di solito la voglia di rosso si attenua in me subito dopo le feste natalizie, per trasformarsi in pochi, mirati tocchi di bordeaux, sparsi qua e là per la casa.






Quest'anno, invece, persiste. Sarà per il clima gelido e nevoso, che più che alla primavera, fa pensare al Natale, al tè alla cannella davanti al camino e a pigre domeniche raggomitolati sul divano con una bella copertina sulle ginocchia?




E intanto sperimento nuove torte...( questa è stata consigliata dalla dolce Marica di La Maison Brocante...buonissima!)  Il mio tè dovrà pur essere accompagnato da un dolcetto!

Buon fine settimana!

                                                                 Barbara   





giovedì 19 gennaio 2012

Ancora doni...




Ancora doni che ho realizzato per Natale.
Per due amiche molto diverse tra loro
ma ambedue speciali.


Il primo quadretto è per un'amica che sta cambiando,
casa, abitudini, carattere.
Vai! Non guardare indietro!







Il secondo è per un'amica dalla personalità solare,
nei colori che lei più ama,
per il suo rifugio dalle tempeste.



Barbara



venerdì 6 gennaio 2012

Anima di artista




Si dice che chi, come me,
ha sempre mille progetti nella testa,
e mille avviati,
sia una persona creativa.







Ho ricevuto in dono questa ghirlanda da un'amica,
una persona che non è una creativa nel senso in cui lo sono io,
io che amo usare le mani per svuotare la testa e, incidentalmente,
creo qualche cosa, no,
lei è un'artista.








Ha l'anima barocca, la sregolatezza del genio e la malinconia del poeta,
tutte qualità che io, semplice artigiano, 
non potrò mai avere.
Ma ho la sua amicizia,
e considero questo un privilegio.

Barbara